L’Oroscopo per capire la Vita Passata
Come tutti coloro che mi leggono regolarmente ben sanno, io aderisco ad una scuola di astrologia piuttosto tradizionale, cosiddetta giudiziaria cioè che dà giudizi , e mi sono sempre molto più interessata alle previsioni del futuro, da rendere leggibile e gestibile agli uomini, che non tanto lo scavo nel proprio passato, non solo di questa vita ma addirittura nella precedente.
È piuttosto nota la mia battuta che se hai karma, vuol dire che sei romano e sei in ritardo, ma alla fine quello che parla è soprattutto il mio sarcasmo virgineo, che crede solo a quello che può dimostrare oltre ogni ragionevole dubbio.
L’astrologia ha sempre cercato di dare risposte a questi quesiti: Il sistema indù sposta le case astrologiche per cui la quinta casa del nostro tema attuale diventa l’ascendente della nostra vita precedente, mentre i pianeti rimangono nelle stesse posizioni e con gli stessi aspetti così che ognuno riprende la vita laddove l’aveva interrotta la morte corporale.
Quindi ciò che è immagazzinato nella nostra memoria evolutiva affiora lentamente nel corso della vita. I transiti poi di Urano Saturno e Plutone fanno scattare delle molle che portano alla luce tutto ciò che noi avevamo in qualche modo vissuto, oppure non vissuto, nella vita precedente, e che dovrebbero rispecchiare quanto è scritto nel nostro karma.
Lasciando però da parte l’astrologia karmica, disciplina di cui non mi sono mai occupata approfonditamente e che quindi lascio ad esperti sicuramente migliori di me, vorrei oggi parlare di un metodo che l’astrologia propone come chiave per aprire la porta dei nostri remoti passati, senza necessariamente attingere a culture religiose e spirituali lontane dalla nostra.
In Occidente l’astrologia considera invece molto importante l’aspetto minore chiamato quinconce cioè 150° di distanza fra un pianeta e l’altro, per indicare qualcosa di importante del nostro passato. Ovviamente questo aspetto da solo non basta a chiarire tutti gli eventuali dubbi (ammesso che ciò ovviamente sia possibile tramite l’astrologia), ma ci sono anche altri approcci astrologici a questa problematica: mi riferisco al ruolo di Plutone.
Come sappiamo il pianeta Plutone rappresenta l’inconscio di ciascuno di noi, luogo dove albergano tutte le nostre paure e i nostri rifiuti emotivi, le nostre esperienze più difficili che non riusciamo ad accettare in modo cosciente; si ritiene che molte di queste paure ed ansie a volte assolutamente inspiegabili In termini razionali, possano derivare da un vissuto difficile di una precedente incarnazione di cui ci portiamo per l’appunto una sorta di ferita, un terrore interiore che sembra non placarsi, nonostante le condizioni di vita e in certi casi persino la psicoterapia.
Analizzando la casa in cui cade Plutone possiamo facilmente dedurre quali potessero essere le difficoltà che abbiamo incontrato in una vita precedente, semplicemente analizzando il significato della casa in questione.
Certo è facile obiettare che Plutone può rappresentare delle paure profonde anche senza che queste siano connesse con una vita precedente; ma quello che a volte fa capire la differenza è che mentre le paure connesse a questa esistenza sono sempre e comunque dovute a dei fatti concreti che ci hanno colpito, quelle imputabili ad un tempo molto remoto non trovano una spiegazione né una giustificazione valida nel tipo di vita che la persona sta effettivamente conducendo in questa reincarnazione.
Per fare un esempio, mia madre mi ha raccontato che ai tempi in cui era studentessa di psicologia assistette ad un’ipnosi regressiva di una ragazza che fin da piccola lamentava un terribile dolore al collo, per il quale ogni medico si era dichiarato assolutamente certo che non fossero in atto patologie, e consigliando di far visitare la ragazza ad un terapeuta in quanto questo dolore doveva avere un’ origine di tipo psicologico. Durante la seduta di ipnosi la ragazza cominciò a parlare in un italiano ormai completamente desueto e collocabile nella seconda metà dell’Ottocento, nella zona dell’Italia centrale, in particolare Roma.
Raccontò durante l’ipnosi di essere stata decapitata per ordine del Pontefice per aver dato ospitalità e riparo a due ribelli membri della carboneria antipapalina.
Ovviamente io non so dire se il tema Natale di quella ragazza presentasse un Plutone in Toro/ casa seconda, come verrebbe in mente ad un astrologo pensando ad un dolore al collo: ma ho riportato questo aneddoto per permettervi di comprendere al meglio il concetto di realtà che sembra non giustificare in alcun modo le sofferenze o le angosce del soggetto nella vita quotidiana.
Con Plutone in casa prima avremo quindi una sofferenza che deriva dal carattere stesso della persona e dalle sue azioni nella reincarnazione antecedente all’attuale;
con Plutone in casa seconda probabilmente la persona viene da una vita estremamente dura a livello di risorse e adesso vive con l’ansia di accaparrare e poi salvare il suo patrimonio da qualunque difficoltà.
con Plutone in casa terza probabilmente la persona ha vissuto nella vita precedente delle estreme difficoltà con i congiunti stretti sia a causa di questi ultimi che per proprie azioni scellerate nei loro confronti e quindi in questa vita spesso manifesta sia una grande freddezza nei confronti dei parenti, che al contrario una grandissima devozione e messa a disposizione.
con Plutone in casa quarta sicuramente i genitori o la patria sono stati fonte di un segno indelebile che in questa vita deve essere riscattato o sanato in qualche modo; anche qui come nel caso di Plutone in casa prima, trattandosi di case cardinali, sembra che queste angosce interiori venute dal passato si esprimono in modo ancora più forte.
con Plutone in casa quinta appare subito chiaro che i tormenti provengono dall’ambito amoroso o filiale e oggi si vive una terribile paura di non essere amati a sufficienza oppure di non riuscire a svolgere la missione genitoriale in modo adeguato.
con Plutone in casa sesta troviamo soggetti assolutamente ipocondriaci, perché probabilmente hanno vissuto grandi sofferenze fisiche magari in un’epoca in cui le cure mediche erano ancora piuttosto approssimative.
con Plutone in casa settima il soggetto potrebbe essere stato imprigionato o per delle vere e proprie colpe e reati, oppure si è sentito prigioniero dei propri nemici o dei soci incluso il partner coniugale. Soprattutto nel caso di sofferenze amorose sembra che il soggetto in questa vita non creda mai fino in fondo alla sincerità dei sentimenti del proprio partner.
con Plutone in casa ottava abbiamo persone scioccate dall’incontro con l’occulto, o con poteri medianici soffocati perché incomprensibili o rigettati dalla cultura dominante. Spesso il soggetto anche in questa vita presenta doti medianiche fuori dal comune e si rifiuta di viverle in modo sereno magari mettendole a disposizione della comunità.
con Plutone in casa nona è facile che il soggetto possa essere morto durante un viaggio o uno spostamento oppure per mano di uno straniero, ed in questa vita sembra terribilmente affascinato da tutto ciò che è lontano e diverso, ma allo stesso tempo lo rifiuta in modo assolutamente fermo e inamovibile, fino a manifestare dei veri attacchi di panico al momento di prendere un treno o una nave.
con Plutone in casa decima potrebbe essere accaduto che il soggetto fosse molto importante all’interno della propria comunità ma che abbia subito violenze per essere scalzato dal suo ruolo, e non abbia potuto portare a termine il suo progetto, tanto che in questa vita pensa di fallire a priori e rinvia scelte e azioni.
con Plutone in casa undicesima la persona è molto probabilmente stata tradita, a livello di pugnale nella schiena, proprio dalle persone che rappresentavano la sua comunità di riferimento: non solo amici, ma anche concittadini, colleghi, e dovrà scegliere volutamente una sorta di eremitaggio; oppure si dimostra violento nei confronti del mondo circostante.
con Plutone in casa dodicesima potrebbe essere che le nostre azioni passate siano costate la vita a qualcuno e quindi adesso dobbiamo metterci completamente a disposizione del prossimo per ripagare quel gesto sconsiderato o comunque per ribilanciare l’energia della vita e della morte.