Aspetti antichi sempre attuali: Levata eliaca, kazimi, Combustione (parte prima)
Avendo una formazione solida nell’astrologia previsionale, giudiziaria ( che da giudizi) e una forte vocazione caratteriale al moderno, spesso anche nei mie corsi dedico pochissimo ai concetti tramandati dall’astrologia classica, che fra l’altro delego come lezioni a docenti che utilizzino tali contenuti nel loro lavoro e quindi ne apprezzino tutte le sfumature.
Devo anche dire che non ho mai visto un tema cambiare di senso per un aquilone, un kazimi o un pianeta in levata eliaca, mentre ho visto la persona e il suo futuro trasformarsi aggiungendo stelle fisse, encadrements, modelli di Edmund Jones alla valutazione complessiva.
Però dato che ricevo molti messaggi da allievi e appassionati a cui sfuggono certi significati, vi illustro alcuni dei termini che potreste sentire in webinar o leggere in vari testi, così da migliorare la vostra comprensione.
Partiamo dalla levata eliaca degli astri: è un fenomeno astronomico che si verifica quando una stella o un pianeta appare all’orizzonte orientale poco prima del sorgere del Sole, tornando visibile dopo un periodo di congiunzione solare durante il quale l’astro era invisibile. La levata eliaca è considerata un momento di rinascita e nuova visibilità per l’astro coinvolto. Questo evento segna la fine di un periodo di oscurità e l’inizio di una fase di potenziale e crescita. In molte tradizioni astrologiche, la levata eliaca è associata a poteri e influenze amplificate, rendendo l’astro particolarmente significativo.
In pratica si riferisce ad un astro che sorge prima dell’aurora; la levata eliaca della luna è la fase detta “Luna nuova”. Per secoli la levata eliaca della stella Sirio era la base per il conteggio dei calendari, e di certe festività, in molti popoli del mediterraneo e anche nella cultura celtica. La levata eliaca delle Pleiadi, a giugno, rappresentava per i popoli della Mesopotamia la fine del periodo delle inondazioni e quindi di un periodo duro e di carestia, della durata di 40 giorni, periodo che equivale al periodo in cui le pleiadi non sono visibili. Da qui probabilmente traggono origine i riferimenti biblici al numero 40, come i giorni di durata del Diluvio Universale o del digiuno di Gesù.( citato da wikipedia)
Secondo Ptolemaios (Tolomeo), la levata eliaca di una stella può indicare la manifestazione di qualità e caratteristiche specifiche nella vita di una persona. Nel suo trattato “Tetrabiblos”, scrive:
“Quando una stella fissa o un pianeta si leva eliaco, i suoi influssi diventano particolarmente potenti e significativi. Questo evento può portare cambiamenti importanti e spesso coincide con momenti di risveglio o scoperta personale.”
Moltissimi astrologi moderni, anche di scuola psicologico-evolutiva, hanno trattato l’argomento:
Chris Brennan, nel suo studio dettagliato sull’astrologia ellenistica, afferma: “La levata eliaca rappresenta un punto di svolta, un momento in cui le influenze celesti diventano particolarmente pronunciate. Questo fenomeno era attentamente osservato dagli antichi astrologi e considerato cruciale per l’interpretazione astrologica” asserisce in “The Study of Fate and Fortune”. Il famosissimo Robert Hand, nel suo celebre libro “Planets in Transit: Life Cycles for Living”, afferma: “La levata eliaca può essere vista come un’opportunità per sfruttare le energie cosmiche e trasformare la propria vita”
Famoso è l’esempio in tal senso del tema di Napoleone: nato il 15 agosto 1769, mostra la levata eliaca di Marte, il pianeta della guerra e dell’azione, indicativa della sua straordinaria carriera militare e della sua capacità di guidare eserciti e nazioni con determinazione e vigore.
Altro concetto importante che ci regala la grande cultura classica è quello del Kazimi del Sole che viene considerato un punto di grande forza e potenza. Il termine “Kazimi” deriva dall’arabo “kaṣmīmī” che significa “nel cuore”. In astrologia, un pianeta è detto essere “in Kazimi” quando si trova entro 17 minuti d’arco dal centro del Sole, configurazione vista come una condizione eccezionalmente favorevole, in cui il pianeta riceve una carica di energia e potenza dal Sole, centro del nostro sistema solare e il simbolo del sé e della vitalità.
Quando un pianeta è in Kazimi, viene detto che è “abbracciato” dal Sole, e nonostante la vicinanza solitamente indebolisca i pianeti (una condizione nota come “combustione”), il Kazimi è un’eccezione che conferisce al pianeta una qualità quasi regale.
Le prime testimonianze di concetti simili al Kazimi risalgono all’antico Egitto, dove gli astrologi osservavano con attenzione i movimenti del Sole e degli altri corpi celesti. Durante il Medioevo, l’astrologia islamica contribuì in modo significativo alla diffusione e all’approfondimento del concetto di Kazimi. Astrologi come Al-Biruni e Al-Kindi trattavano dettagliatamente le influenze dei pianeti in varie posizioni rispetto al Sole. Fu in questo periodo che il termine “Kazimi” entrò in uso corrente, grazie alla tradizione astrologica araba che aveva un’influenza significativa sull’astrologia europea.
Nel Rinascimento, astrologi come William Lilly e John Dee continuarono a studiare e ad applicare il concetto di Kazimi nei loro lavori. Lilly, in particolare, considerava il Kazimi una posizione di grande auspicio, interpretandolo come un segno di forza e protezione. Ficino, noto per la sua fusione di filosofia platonica e astrologia, considerava il Kazimi come un momento di grande potere e illuminazione spirituale. In epoca moderna, astrologi come Alan Leo e Liz Greene hanno continuato a esplorare il Kazimi nei loro studi e nelle loro pubblicazioni. Liz Greene, in particolare, ha scritto estensivamente sull’influenza psicologica dei pianeti in Kazimi, contribuendo a una comprensione più profonda e moderna di questo antico concetto.
Già che abbiamo trattato il Kazimi e quindi accennato alla combustione, specifichiamo che si riferisce alla condizione di un pianeta che si trova molto vicino al Sole, all’interno di un intervallo specifico di gradi, e che quindi viene “bruciato” dalla sua luce. Questa situazione si crede influenzi negativamente il pianeta coinvolto, riducendone l’efficacia e l’espressione.
Tradizionalmente, un pianeta è considerato combusto quando si trova entro 8°30′ dal Sole. In altre parole, se un pianeta è a meno di 8 gradi e 30 minuti di distanza dal Sole nel cielo astrologico, è ritenuto combusto. Alcuni astrologi usano un intervallo più stretto, considerando solo i pianeti entro 6 gradi dal Sole come realmente combusti. La combustione è vista come una condizione debilitante per il pianeta coinvolto. Si ritiene che la vicinanza eccessiva al Sole “bruci” le energie del pianeta, rendendolo meno efficace nelle sue funzioni naturali.
Personalmente, utilizzo un’orbita di tolleranza infinitamente meno significativa, attestandola a circa due gradi, due gradi e mezzo, ma non è detto che dobbiate essere d’accordo con me, fate le vostre analisi e arrivate alle vostre conclusioni.
Gli antichi astrologi hanno spesso discusso la combustione nei loro scritti. Per esempio, Claudio Tolomeo, uno dei più influenti astrologi dell’antichità, nel suo “Tetrabiblos” menziona la combustione come una condizione di debilitazione per i pianeti. Vettius Valens, contemporaneo di Tolomeo, nel suo “Anthology”, fornisce descrizioni dettagliate degli effetti negativi della combustione sui pianeti e le loro manifestazioni nei temi natali. Egli considera la combustione una delle condizioni più debilitanti per un pianeta.
Ad esempio, Mercurio Combusto può indicare problemi di comunicazione, difficoltà a esprimere i propri pensieri chiaramente o una mente sovraccarica; Venere Combusta potrebbe rappresentare difficoltà nelle relazioni o nel percepire la bellezza e l’armonia mentre Marte Combusto può portare a una espressione indebolita dell’energia, della determinazione e dell’aggressività.