Il ruolo degli USA… parte prima
Avendo ricevuto diversi commenti al mio post sui conflitti ucraini e palestinesi, chiedendo di analizzare anche il ruolo degli Stati Uniti, anche un po’ tacciandomi velatamente di credere alle versioni proposte dai media, ho deciso di scrivere il seguito della mia analisi.
Ora, io sono l’unica astrologa in Italia che abbia previsto precisamente quando sarebbe terminata la quarantena, il covid, ho preannunciato la fine di Berlusconi con la lunazione di aprile, nonché la vittoria di Biden alle elezioni, solo per citare alcuni eventi recenti.
Sapete perché faccio previsioni precise? Proprio perché ragiono esclusivamente in senso astrologico: non devo né voglio fare propaganda, solo raccontare il rapporto fra stelle ed eventi e sinceramente racconto quello che vedo.
Comunque, ho deciso di approfondire l’argomento, e per amor di completezza, ho voluto analizzare anche il ruolo della Cina e dell’Iran, di cui nessuno chiede mai niente e che sono rispettivamente uno dei massimi esportatori di armi al mondo, e molto interessato ad avere influenza, quarto da poco nella lista dei paesi più impegnati in questo commercio; e il maggior fornitore di petrolio nonché baluardo della cultura musulmana.
Perché la domanda da farsi sempre è “cui prodest?” chi viene avvantaggiato?
Al primo posto, davanti allo scoppio di un conflitto, che reputo nella scintilla sia sempre qualcosa legato a fanatismi, ideologie oltranziste, visionarietà politica di personaggi assai dubbi, c’è sempre la vendita di armi e la conquista di influenza geo politica. Ecco cosa riporta Michelangelo Cocco, analista politico del Centro studi sulla Cina Contemporanea ed ex corrispondente da Pechino per il quotidiano il manifesto: “La guerra in Ucraina sta assorbendo il grosso della produzione russa e una parte di quella occidentale, permettendo alla Cina di rafforzare altrove la sua posizione di esportatore di armamenti, commesse che a loro volta contribuiscono ad accrescere l’influenza internazionale di Pechino. Le ultime notizie parlano di due importanti forniture “made in China” per l’Arabia Saudita e l’Egitto, paesi che tradizionalmente per la loro difesa si rivolgono a Washington e a Mosca”.
L’Iran, oltre al necessario (ancora) petrolio, il territorio iraniano è ricco di gas naturale, e di rame: I circuiti interni del telefonino, contengono 10 grammi di rame. È un paese molto orientato alla difesa e promulgazione dei propri valori soprattutto religiosi, e da sempre grande antagonista degli Usa e di Israele.
Partiamo dagli Usa: devo iniziare spiegando quale tema io abbia scelto per questa nazione, che non è quello consueto della dichiarazione di Indipendenza.
Per cercare di capire e azzardare delle previsioni politiche, si necessita di un’analisi preliminare: la data coincide con la realtà dei fatti, o stiamo calcolando temi astrali su una convenzione?
Ripeto qui quanto scritto in un mio articolo sul covid19: “la data di nascita di una nazione va ponderata; per l’Italia, concetto geografico e storico chiaro da secoli, sono morte persone prima ancora dell’Unità d’Italia, e come nazione abbiamo vissuto la 1° e Seconda guerra mondiale, farci nascere con la repubblica è persino ridicolo. Noi siamo un paese pesci, profondamente pesci. L’Italia non può identificarsi con l’avvento della repubblica come forma governativa. Il tema di giugno ci parla semmai degli attuali governi, della loro capacità di gestire la res publica.
Non siamo un paese diverso da quello che acclamò Vittorio Emanuele II, siamo solo passati al sistema repubblicano. Poi il 18 febbraio 1861 ci fu la prima seduta del parlamento italiano che acclamò il re Savoia, il quale il 14 marzo firmò il decreto di nascita del regno d’Italia accettando l’incarico di sovrano, e il decreto divenne legge il 17 marzo 1861.
MI sono avvicinata con lo stesso scrupolo alla storia degli Stati Uniti: quando possiamo considerare la loro nascita? Storicamente si commemora il 4 luglio, in onore della dichiarazione d’Indipendenza firmata in quella data da Washington. Ma gli astri non si regolano con le firme, bensì con la nascita e morte di qualcosa, o con la sua profonda trasformazione in qualcosa di completamente diverso.
Dopo studi e ricerche approfonditi, ho individuato la data più pertinente: 9 aprile 1865 alle ore 15.45, ad Appomattox.
In quel momento storico il generale Lee firmò la resa degli stati del Sud all’unione nordista.
Cito da Wikipedia: “Vestito con un’immacolata uniforme grigia, gli stivali perfettamente puliti, una sciarpa rossa ai fianchi, la sciabola con l’elsa d’oro cesellato, Lee attese l’arrivo di Grant. Questi, cui il mal di testa era improvvisamente scomparso al momento in cui aveva ricevuto la prima nota di Lee, giunse alle 13.30, accompagnato dal suo Aiutante, …Dopo essersi stretta la mano prevalse fra i due un sentimento di malinconia…. Dopo aver redatto i termini della resa, entrambi i generali firmarono il documento alle 15.45 di quella domenica 9 aprile 1865. Al momento in cui Lee lasciò la casa e galoppò verso i suoi uomini, gli ufficiali di Grant presero a fischiare e a inneggiare, ma Grant chiese che cessassero immediatamente, in segno di rispetto per Lee e il loro formidabile nemico.
Un intero modo di pensare all’economia e alla modernità si allontanò dalle pagine di storia galoppando con il generale Lee; e apparve, come una fenice dalle cenere di polvere da sparo, la vera e prima Nazione degli Stati Uniti: poiché quella uscita dalla dichiarazione del 1776 era solo, nei fatti, un’unione politica di stati diversi, fondati da etnie diverse in secoli diversi, riuniti per far fronte comune all’Inghilterra imperialista che ne voleva il dominio, ma per il resto assai lontani in questioni come gestione economica, legislazione, fede religiosa, in alcuni casi persino lingua parlata.
La guerra di secessione diede a quegli stati, tutti, quello che mancava loro per essere davvero una nazione: un passato comune, del sangue versato insieme, delle date da tutti ricordate, dei personaggi da tutti riconosciuti come grandi AMERICANI; e leggi comuni, ambizioni comuni, e non ultima una forte migrazione interna che addolcì molte differenze favorendo quel melting pot, crogiuolo di razze e culture, di cui vanno molto fieri. Per ragioni diverse da quelle che vedo io, prima di me lo spiegò D.W. Griffith in quel meraviglioso capolavoro del cinema che è, appunto la “Nascita di una nazione”, girato nel 1915 con i reduci ancora vivi, uno dei film privi di suoni che hanno fatto registrare i maggiori incassi della storia.
MI sento di sostenere che la firma di quella resa cancellò con un tratto nero un puzzle per regalarci un quadro. E le stelle?
Io non so come si sia potuto ritenere che gli Usa fossero del Cancro. Da come li giri, non vedo assonanze, nemmeno volendo calcare la mano.
Il tema eretto per la data da me indicata si presenta con un perfetto sole Ariete, in casa VIII, gli investimenti e i grandi capitali, al trigono di Urano in X: successo e predominio anche grazie ad un elevatissimo sviluppo tecnologico, per il quale non si lesinano investimenti; ritorno del valore casa VIII.
E poi, non si può certo negare che il belligerante Ariete ci parli degli Usa più del timido e introverso Cancro.
Urano in X, cambiare il mondo, e dominarlo, tramite l’innovazione: l’uomo sulla luna, adesso internet, e i social media, in futuro chissà.
Marte sempre in X: l’arte della guerra al servizio della politica, connesso in sestile con plutone anche in casa VIII: le armi nucleari (Pluto) gestite da marte per scopi militari e di predominio.
Asc in Vergine: l’etica del lavoro come base della costruzione di maturità e autonomia, meritocrazia, unico paese al mondo in cui un lustrascarpe emigrato, lavorando sodo e risparmiando e investendo, poteva divenire il miliardario Carnegie.
Come disse il mio professore di Letteratura americana, “negli Usa è successo solo una volta, ma in Europa mai, è la differenza fra il sì e il no”.
Luna in Bilancia, mal messa da sole, marte, urano, Giove, è il costante rinunciare alla via diplomatica a favore del conflitto. Sfortuna generale delle donne al comando: mi ricordo che, quando Hillary Clinton si candidò, prima perse la candidatura del suo partito conto Obama e poi le elezioni contro Trump; e non potei non notare che in Usa, terra ancora intrisa di razzismo, piuttosto che una donna hanno preferito votare un nero. La luna così mal disposta ci racconta anche l’assenza di una madre, cioè la nascita a ondate dei vari stati, la rivolta contro l’Inghilterra matrigna e la guerra civile come momento fondante.
Concluderei (ma ci sarebbe tanto da dire) con quello che a me appare il dato persino più importante: Giove in casa IV, il suolo patrio, opposto pesantemente ai valori di casa X: chi ha studiato un minimo la storia degli Usa, sa che il mito della frontiera senza fine è uno dei valori più forti di quel popolo.
Giunti nelle terre del nord America, prima i pellegrini poi i coloni si trovarono solo km e km quadrati di terra da arare, di fiumi da pescare, di legname per costruire. La storia americana è la storia delle persone che approdate nel new jersey hanno cavalcato e colonizzato e costruito fino alla California, e quando la frontiera è finita, è arrivata la Luna, e poi chissà, per loro ci sarà sempre un terreno da esplorare e far sviluppare, cioè la casa X.”