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Astrologia e Game of Thrones – Parte 2

  • Posted by Amata Gioviale
  • Date 7 Aprile 2024
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Sansa Stark, “Uccelletto” → Leone

“L’inverno sta arrivando”

“Tu mi hai liberata dai mostri che avevano ucciso la mia famiglia e mi hai consegnata ad altri mostri che hanno

ucciso la mia famiglia.”

Sansa Stark, secondo me, è un esempio da manuale su come un Leone compensato divenga ciò che è

destinato ad essere. La prima lunghissima fase della sua vita si svolge tutta sulla compensazione: è una

bambina dai capelli fulvi molto bella, tristemente ingenua e totalmente priva di coraggio, molto

femminile (apprende molto volentieri tutti quegli insegnamenti necessari ad una futura Lady che le

vengono trasmessi da altre donne, come ad esempio il ricamo, il saper vestire, il parlare

convenzionalmente senza dire ciò che pensa per davvero etc etc), parecchio altezzosa, desiderosa di

diventare Regina sposando un Re (perciò del tutto programmata al ruolo di First Lady e fattrice) senza

nemmeno rendersi conto di che cosa significhi, desiderosa di compiacere il prossimo e assolutamente

mainstream. Sansa è legatissima ai suoi familiari e bisognosa di appoggio, per nulla emancipata e

totalmente manipolabile: laddove Arya, già piccolissima, è una vera scugnizza ingestibile e totalmente

autosufficiente, Sansa è il suo diretto opposto, molto più Tully che Stark, davvero molto simile alla

madre sotto alcuni aspetti. Sansa subisce i continui colpi di un destino veramente spietato: la sua fase di

compensazione perciò dura molto a lungo, non vi è alcun pertugio che permetta al Leone di emergere.

Ad un certo punto però, ciò accade, e precisamente nel momento in cui riesce a fuggire dal sadico e

violento matrimonio che le è stato imposto (solo nella serie TV) con Ramsey Bolton: da quel momento

gli artigli lacerano tutte le resistenze, diviene totalmente sicura di sé e coraggiosa (cosa che non era stata

mai, anzi), inizia a tessere vantaggiose relazioni politiche, si allea col fratellastro Jon per mettere in salvo

ciò che rimane della famiglia Stark per riprendersi Grande Inverno e il posto che spetta loro. Alla fine

della “serie scempiata”, dopo tutta una serie di performance da grandissima rompicoglioni assai

discutibili dal punto di vista narrativo, viene addirittura incoronata Regina del Nord (in totale assenza di

consorte, perciò non più first lady, ma brillando di suo), realizzando il sogno coltivato fin da bambina,

anche se ottenuto in maniera ben differente da come lo aveva allora pensato.

Personaggio per il quale non ho mai avuto molta simpatia, tuttavia a sua volta molto banalizzato sul

finire della serie esattamente come molti altri, è sicuramente molto emblematico da un punto di vista

simbolico e anche astrologico.

Una giovane Sansa viene “convinta” a scrivere una lettera di sottomissione

https://www.youtube.com/watch?v=wyDWg3Ymu6g

Tyrion Lannister, il “Folletto” → Vergine

“Udite il mio ruggito!”

«Mostra che le loro parole possono ferirti, e non sarai più libero dalla derisione. Se proprio vogliono darti un

nome, accettalo, fallo tuo, in modo che poi non possano mai più usarlo per farti del male.»(Tyrion Lannister a

Jon Snow)

Uno dei miei personaggi preferiti, anch’egli rovinato brutalmente alla fine della serie.

Arguto osservatore, capace di cogliere anche le più sottili sfumature di un ragionamento o di un evento,

spesso caustico e provocatorio nell’uso delle parole, grande e sottile oratore, abile provocatore verbale.

In Tyrion-Vergine tutto è parola, abilità d’intelletto e rapidità di pensiero, studio, ricerca, e spesso anche

diplomazia. La sua mente è una tagliente, sottilissima e letale lama, che Tyrion stesso coltiva come

talento distintivo ed unica arma di difesa, data la sua condizione di erede nano legittimo benché rifiutato

dalla ricchissima ed aristocratica famiglia di militari cui appartiene che si sarebbe aspettata un

discendente “all’altezza” dei suoi avvenenti e atletici membri. Fin dalla sua nascita, Tyrion subisce

pesantissime discriminazioni ad opera del padre Tywn e della sorella Cersei, poiché ritenuto colpevole

del decesso per parto della madre Johanna. Tyrion è perciò costretto fin dalla tenerissima età a

sviluppare e coltivare talenti che suppliscano all’handicap corporeo, e la sua mente si rivela lo strumento

ideale per raggiungere lo scopo: è un lettore infaticabile ed accanito (di lui si dice che legga fino alle

prime ore del mattino consumando di conseguenza una grande quantità di candele), si interessa di

svariate discipline, ha talento politico e visione strategica e una certa propensione al calcolo. D’altro

canto alcuni aspetti della compensazione del segno della Vergine sono altrettanto in lui sviluppati: parla

spesso di sesso con eccesso di volgarità, è fortemente promiscuo e dominato da un notevole appetito

sessuale, grazie anche alle sue eccellenti performances sessuali di cui si narra ovunque nei 7 regni e ad

un ricorrente stato di ubriachezza esibito senza ritegno, è spesso trascurato fisicamente per i motivi

precedentemente elencati e, fino ad un certo momento della sua vita, fortemente disadattato rispetto a

quello che dovrebbe essere il suo ruolo. I suoi particolari occhi bistrati suggeriscono la presenza di

qualche componenti pescina. Dovendo patire l’assenza di un mancato e dignitoso riconoscimento in

qualità di individuo da parte della sua famiglia (solo il fratello Jaimie lo ama sinceramente e lo protegge,

ma è l’unico), e dovendo addirittura subire l’ingiusta accusa dell’avvelenamento del proprio nipote Re

Joffrey, ad un certo punto della sua vita inizia a covare vendetta verso i suoi congiunti arrivando ad

uccidere il proprio padre ritenendolo colpevole di aver orchestrato a suo danno un processo fittizio per

omicidio pur sapendolo innocente. Costretto alla fuga, coglie al volo l’occasione di schierarsi dalla parte

di Daenerys Targaryen divendone dapprima consigliere e poi Primo Cavaliere. Qualche blanda

sfumatura Scorpionica la vedo anche in Tyrion: una certa familarità con il concetto di morte,

resurrezione e metamorfosi, una certa marzialità (nonostante la sua fisicità deficitaria è un guerriero

coraggioso che non si sottrae al combattimento ed un fine stratega), la tendenza a covare vendetta al

punto di arrivare (giustamente) ad uccidere il proprio padre. Altro personaggio tristemente rovinato alla

fine della serie: le sue leggendarie e funamboliche conversazioni con Varys divengono negli ultimi

episodi scontatissimi e banali botta e risposta indegni della raffinatezza intellettuale e psicologica di

entrambi, e una sua certa propensione al calcolo si trasforma in puro alto tradimento debordando in

maniera inaccettabile e inattendibile (il vero Tyrion non avrebbe mai dubitato di Daenerys né avrebbe

tentato di salvare Cersei tornato dai fratelli). Non aggiungo altro per non avvelenarmi ulteriormente il

fegato.

Il processo di Tyrion per l’omicidio di Joffrey:

Jon Snow, il Bastardo di Grande Inverno → Bilancia

“L’inverno sta arrivando”

“Non c’è vergogna nell’avere paura, mi diceva sempre mio padre. Quello che conta è come

l’affrontiamo.”

E veniamo a colui che a tutti gli effetti è l’erede legittimo ed occultato al Trono di Spade, essendo

nientemeno che il diretto figlio di Rhaegar Targaryen (colui che sarebbe divenuto Re dopo Aerys) e

Lyanna Stark, sorella di Eddard, futura Lady di Grande Inverno nonché futura Regina dei Sette Regni

per annullamento del matrimonio precedente di Rheagar con Elia Martell. È una Bilancia? Sì, lo è, per

quel suo perpetuo soppesare alla ricerca di un equilibrio che probabilmente nei 7 Regni non esisterà

mai, per quel suo essere disponibile e anche accomodante in determinati contesti, per quel suo salvifico

bisogno di stare dietro le quinte senza effettivamente mai riuscirci, per gli amori tormentati che vive con

grande trasporto sentimentale, per la sua controversa ricerca di una giustizia accettabile, per le sue

perpetue indecisioni e le sue tanto innate quanto inconsapevoli capacità diplomatiche all’interno delle

complesse comunità umane dei 7 Regni.

Jon nasce sotto una cattivissima stella che gli offusca la percezione di quello che avrebbe dovuto essere,

quantomeno per sangue e ascendenza, il proprio concetto di regalità (a te, cara Amata, l’interpretazione

in tal senso) e di identità. Venendo spacciato per figlio bastardo, si sente fuori posto ovunque: va

d’accordo con i fratelli (particolarmente con Arya), tuttavia avvertendo un certo distacco (Robb sa di

essere l’erede di Grande Inverno, di conseguenza, pur amando sinceramente il fratello, opera nei suoi

confronti una sottile discriminazione, ugualmente da Jon percepita; Sansa, nella versione proposta dalla

serie TV, una volta cresciuta e liberata, forte della sua racciuffata identità di Lady di Grande Inverno,

pur riabbracciando Jon e aggrappandosi a lui, non perde occasione per contraddirlo in pubblico

mettendolo in notevole difficoltà. Un grande talento di Jon Snow è quello di riuscire a raccogliere

intorno a sé intere masse litigiose nel tentativo di creare fratellanza tra esse per mezzo di un suo carisma

personale “anomalo” e assai inconsapevole: è refrattario al potere e al comando, però finisce sempre

per ritrovarsi suo malgrado ai margini della regalità o delle investiture, provocando all’interno di se

stesso continui conflitti. Alla Barriera, dopo notevole vicissitudini e cadute, diviene Lord Comandante,

pur avendo in precedenza tentato la fuga e rotto il giuramento dei Guardiani: si ritrova perciò a rivestire

il ruolo di leader – benché in verità abbastanza osteggiato e discusso – di tutti i Guardiani della Notte.

Nella sua lunga, sofferta e controversa relazione con i Bruti, non priva di tradimenti ed ipocrisie da

parte sua, riesce comunque a conquistarsi una certa fiducia e a riunire insperatamente tutte le loro tribù

per resistere all’arrivo degli Estranei. Al Nord, una volta tornato, gli viene offerta una corona che finisce

per accettare per quieto vivere pur respingendola intimamente. Al cospetto di una Daenerys Targaryen

sempre più consapevole e potente, riesce con una certa autorevolezza a farsi ascoltare e ad ottenere ciò

che chiede. È un eterno indeciso, uno che vorrebbe fare la cosa giusta al momento giusto, ma che si

tormenta continuamente interrogandosi se la stia effettivamente facendo o meno (finendo ogni tanto

per compiere azioni assai discutibili). È inoltre molto abile nelle relazioni sociali e nella diplomazia

senza nemmeno accorgersene, e abbastanza moralista. In questo suo eterno titubare a volte dimostra

una scarsa spina dorsale, ma certamente non è un vile, anzi: sa anche essere un uomo e un guerriero

molto coraggioso non privo di astuzia e di una certa spregiudicatezza, anche se preferirebbe fare altro.

Quella sua certa indolenza latente viene continuamente messa fuori gioco da tutti gli eventi che si

susseguono: lui preferirebbe starsene tra le quinte, ma questo privilegio non gli viene mai concesso

proprio a causa dalla turbolenza alchemica di quel suo sangue ribollente di fuoco e ghiaccio del quale

ignora del tutto l’origine. Si lega sentimentalmente con due donne molto più dominanti e regali di lui

non risultando particolarmente disturbato da questa condizione, anzi, almeno fino a che gli eventi non

giungono a degenerazione. Verso le ultime battute della stagione finale della serie TV, alla rivelazione

della sua Regale identità, non metabolizza alcunché, come invece ci si aspetterebbe che facesse: non

emerge in lui alcuna consapevolezza, il suo atteggiamento non cambia di una virgola se non nei termini

degenerativi di un’etica bacchettona e moralista che gli fa rifiutare la possibilità di continuare ad avere

rapporti incestuosi con Daenerys nell’ambito di una società aristocratica medievale particolarmente

avvezza a questa sfumatura, si imbarazza, si tira indietro, non privilegia i sentimenti bensì un gretto

moralismo. Povero Jon, che brutta sorte gli hanno riservato: nemmeno l’onore di uccidere il Re della

Notte in quanto “principe che fu promesso” (così come aveva stabilito Martin), gli hanno più concesso.

Banalizzato, calpestato, surrogato, ridotto ad una marionetta incapace di articolare pensieri e parole

propri ed in ultimo, condannato al ruolo deprecabile di nuovo sterminatore di Regine ed esiliato dai

Regni. Jon Snow, l’infelice re mancato ritornato inutilmente dal mondo dei morti per essere “niente”.

Samuel Tully rivela la sua identità a Jon Snow:

Petyr Baelish, “Ditocorto” → Scorpione.

E qui c’è veramente poco da dubitare:

“Il caos non è un pozzo. Il caos è una scala. Tanti che provano a salirla falliscono e non ci provano più. La

caduta li spezza. Ad altri viene offerta la possibilità di salire, ma rifiutano. Rimangono attaccati a regni, agli dei,

o all’amore…illusioni. Solo la scala è reale. E non resta che salire.”

Petyr Baelish nasce nella Valle di Arryn, in una zona detta “delle Dita”: a questi suoi natali e alla sua

scarsa altezza deve il soprannome di Ditocorto. La sua è una famiglia di recentissima e modesta

acquisizione aristocratica, condizione che definisce il ragazzo in profondità, portandolo a covare un

fortissimo risentimento che fornisce il carburante propulsivo alla propria ascesa sociale – in ottica

Machiavellica – e a qualsiasi costo, caratteristica fondante della sua personalità che lo dominerà per tutta

la vita. È geloso e possessivo come solo uno Scorpione può essere: ossessionato da Catelyn, la donna

che ama e dalla quale non è ricambiato, arriva a sfidare a duello il promesso sposo di lei, pur non

essendo in grado di sostenere fisicamente l’avversario, essendo ben più giovane e debole. Petyr diventa

un uomo privo di scrupoli, uno spregiudicato affarista e accumulatore di denari, intercettatore di

informazioni utili al ricatto ottenuti tramite la sua attività imprenditoriale di tenutario di bordelli,

manipolatore menzognero e opportunista con un’innata propensione al tradimento. Per ottenere

vantaggi personali, politici e affaristici, arriva a manipolare sentimentalmente la sorella della donna che

ha amato, la convince ad uccidere il proprio marito, (dopo essere stato da lui introdotto negli ambienti

della corona fino a diventare Maestro del Conio) e si unisce in matrimonio con lei per poi gettarla al di

sotto della Porta della Luna simulando un falso suicidio ed ereditando tutto i possedimenti e il potere

che conseguono da tale perdita. Una volta fatto questo, la sua attenzione si fissa sulla giovane e

sfortunata figlia della donna che ha amato per tutta la vita, e ai vantaggi che, nel lungo termine,

potrebbe ottenere da questa sua “protezione”, essendo la ragazza una Stark di Grande Inverno. Lo

Scorpione Petyr ha una particolare relazione con il sesso, nei termini di ciò che gli può offrire in

cambio: seduce per ottenere, assolda prostitute per il proprio business, utilizza le attività sessuali

consumate nelle alcove dei suoi bordelli per ottenere informazioni preziose. È intelligentissimo, ma non

ha né la sottigliezza né la raffinatezza di un Varys, il ragno tessitore, capo sei servizi segreti dei 7 Regni,

tuttavia è assai più pericoloso di lui, perché il suo fine ultimo è unicamente rappresentato dal proprio

tornaconto personale. Laddove Varys lavora per il Reame, Ditocorto lavora unicamente per sé stesso,

nonché per una sua inconfessabile brama di ascesa al Trono di Spade come Re consorte. È determinato,

freddo, competitivo, vendicativo, traditore seriale della fiducia in lui riposta come pochi potrebbero

essere, sadico e seminatore di zizzania: divide le persone per acquisire potere, trovando sempre, in seno

agli intrighi politici del Regno, la maniera di sopravvivere e risorgere ad ogni nuovo Re insediato, fino a

giungere alla sua autodistruzione finale, momento in cui tutte le sue malefatte emergono per

distruggerlo definitivamente, dopo aver distrutto così tanto a sua volta. Un Plutoniano estremo

divorato dal suo bisogno di autodistruzione.

Ditocorto e Varys:

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Tag:accademia amata gioviale, amata gioviale, astrologia, game of thrones, Previsioni astrologiche, tema natale, trono di spade

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