Il Vertex in amore e le unione destiniche: il caso di Carlo III e Camilla I
Non ho voluto unirmi, il mese scorso, alla pletora di post astrologici sull l’incoronazione di Carlo d’inghilterra che è stata analizzata in lungo e largo nonostante a mio avviso ci sia ben poco di rilevante da notare, dato che l’evento e segnato in modo assolutamente evidente da tutti i transiti del novello re.
Quello che invece mi affascina incredibilmente è la sinastria dei due sovrani appena investiti, personaggi che entreranno nella storia non solo per la corona che ora ufficialmente indossano ma anche per quella che sicuramente è la testimonianza di uno dei più grandi amori a cavallo dei due secoli.
Nati entrambi in un periodo in cui per sposare una persona divorziata si doveva abdicare o quantomeno rinunciare a titoli ed un ruolo pubblico, e incoronati in una fase storica incredibilmente diversa in cui la società ha camminato molto più velocemente che nei secoli precedenti, sono i testimoni viventi di una metamorfosi sociale ma anche di un amore capace di resistere seppur circondato da nemici di ogni genere e molto potenti.
Lei in particolare ha dovuto affrontare il lancio di uova sulla porta di casa davanti ai figli ancora piccoli e un generale discredito nonché il divorzio dal padre dei suoi figli, mentre Carlo ben protetto da titolo e ruolo sicuramente è stato più difeso negli anni bui; eppure, sono rimasti vicini e devo dire che la potenza di questo sentimento mi affascina così come il carattere di questa donna.
A rischio di sollevare una serie di obiezioni sentimental popolari, vi dirò non ho mai apprezzato la figura di Lady Diana, donna bellissima e di nobili natali, generosa e accudente come tutti i cancri, ma assolutamente priva di quella durezza necessaria a ricoprire un ruolo di tale gravità. Dominata dai sentimenti e perpetuamente alla ricerca dell’amore, non si è mai inserita in un contesto così difficile, sebbene divorziando abbia mostrato un’assertività insospettabile.
Provo invece un’incredibile simpatia per Camilla, che ha dimostrato di saper tenere duro nelle avversità peggiori, e di conservare il suo amore per quest’uomo intatto negli anni, così come lui, che pur cedendo alla ragion di stato, vittima credo di pressioni pesanti e continue, ha serbato per lei un trasporto immutato.
Ovviamente, sono andata a valutare la loro sinastria, la cui lettura ha confermato tutto quello che si percepisce a distanza.
Andiamo con ordine: sulla sinastria c’è, da parte del pubblico appassionato, un fraintendimento di fondo che sento l’esigenza di dover chiarire: LA SINASTRIA NON DICE CHI AMIAMO O CHI CI AMA.
Avere una buona sinastria con un soggetto non vuol dire che incontrandola, scatta l’amore. Ogni giorno incontriamo centinaia di persone: in autobus, al lavoro, in palestra, alle feste, e con il 60% di costoro abbiamo di certo una bellissima sinastria, ma non ci innamoriamo del 60% delle persone con cui entriamo a contatto. La sinastria in realtà e il manuale d’uso della coppia: una volta creata l’unione, possiamo capire quali sono i punti di forza, su cui fare leva quando si presentano i dissapori, e gli aspetti più problematici, che vanno di certo capiti e affrontati per gestire in modo proficuo il proseguo della vita di coppia.
E’ anche vero però che ci sono delle caratteristiche che forgiano i rapporti più solidi: anche se pochi astrologi lo hanno scritto, ho verificato in trent’anni di lavoro che il fatto di avere l’ascendente congiunto o comunque nello stesso segno e quindi di avere la domificazione molto simile se non identica, è uno dei principali fattori di attrazione immediata e di sentimento costante nella vita, perché quello che conta per la durata di un’unione non è il sentimento e la passione, ma il fatto di condividere una visione delle cose, degli interessi, una forma mentis affine per cui i soggetti anche a passione spenta e vecchiaia incombente saranno uniti nel sentirsi appoggiati e nella condivisione dei progetti.
Ma quello che definisce quasi sempre gli amori che fanno la storia, è il PUNTO VERTEX. Ero quasi certa che nel rapporto astrologico fra Carlo e Camilla, il punto vertex giocasse un ruolo predominante; esso è un punto che nel tema natale del singolo può non essere così rilevante, ma diventa il principale fattore di quelli che chiamiamo “amori destinici”, cioè un sentimento vorticoso che una volta incontrato, diventa imprescindibile per entrambi.
Il punto vertex fu analizzato per la prima volta da Charles A. Jayne, che “affermò che questo punto rappresenterebbe questioni al di fuori del nostro controllo. Secondo il dizionario, il Vertex è “la cima, il punto più alto raggiunto nel movimento apparente di un corpo celeste o di altri punti”. (citato da blastingnews)
Ma se come ho detto nel tema singolo può anche deludere il suo reale apporto, perché l’ho visto agire solo in temi di grande spessore, dato che agisce da portale energetico, nelle sinastrie agisce come una sorta di risucchio dei due l’uno verso l’altro in modo assoluto, qualora il vertex sia congiunto a qualche importante pianeta o punto sentimentale del partner.
Scrive Renzo Baldini: “le coppie segnate da sovrapposizioni dei Vertex- o di questi punti con un Pianeta si troverebbero a vivere una relazione che va oltre la normale attrazione o l’incontro più o meno casuale, inserendo le due persone in una sorta di “programma sociale”, come se cioè il loro incontrarsi producesse un qualcosa di importante lasciando altresì una traccia, piccola o grande che sia, nella società in cui vivono.”
Osserviamo ora i due temi in questione: Carlo e Camilla hanno i vertex congiunti, in casa V quella dell’amore profondo e passionale, casa in cui entrambi hanno anche Giove (Camilla ce l’ha congiunto alla cuspide) che di suo predisponeva all’incontro con un grande amore, che quando si è verificato fra i due, ha attivato il vertex di entrambi creando un sentimento immarcescibile.
Inoltre, hanno gli ascendenti perfettamente congiunti, che, come spiegavo poco innanzi, è la base di una duratura realtà amorosa, fra l’altro in leone, segno che sovrintende sempre alla casa V sentimento; e che è anche il segno della regalità.
Entrambi hanno plutone in casa prima, caratteristica di due personalità potenti anche in senso psicologico, oltre che fattivo, dote necessaria per resistere al massacro mediatico, ma anche segno di grandissima passionalità.
Tutti e due, inoltre, hanno come dominante Nettuno, che è un po’ la follia, un po’ la profondità del sentimento che diviene persino rapimento estatico, un po’ l’amore per l’arte che li accomuna ulteriormente; sappiamo che la dominante conferisce il tono di base al carattere ed averlo identico è ulteriore segno di grandissima compatibilità.
Lui ha una casa IV, patria e famiglia, messa davvero in modo problematico mentre lei con uno stellium in XII deve aver vissuto sofferenze davvero profonde ma soprattutto un senso di prigionia in un’esistenza che non le apparteneva.
Ma gli astri dicevano chiaramente però che nonostante tutto, queste due anime si sono incontrate e legate “vorticosamente”, lasciandoci ancora una volta stupiti di come le stelle possano spiegare a volte anche quel meraviglioso mistero che è l’amore eterno.