INTERVISTA A CHIARA GAMBERALE: “ZONA CIECA” LETTO CON GLI ASTRI per la RUBRICA LUSTRO D’ASTRI
Quello che non sapevo, prima di quest’intervista, è che alla bella e talentuosa Chiara Gamberale, l’astrologia interessi e anche parecchio: a volte si diverte a commentare l’oroscopo settimanale di un noto periodico con frasi azzeccatissime di romanzi che ha amato.
E solo rileggendo dopo anni Zona Cieca, che è appena stato ripubblicato per i tipi della Feltrinelli , mi sono accorta che l’attimo epifanico del racconto è proprio la ricezione, da parte del protagonista, di un abbozzato tema astrale. E’ una finzione, in realtà, ma racchiude l’interpretazione che il personaggio di Lidia , innamorata, fa di quest’uomo. In definitiva, l’astrologia non è che racchiudere tanta verità in un disegno e poi spiegarlo a parole, proprio come fa…
Ho provato a rileggere il romanzo in chiave astrologica, a partire dall’elemento più semplice: il concetto stesso di zona cieca, ideato da da due psicologi, Joseph Luft e Harry Ingham, (chiamato la finestra di Johary), serve a dividere il campo quello che io so di me, quello che io non so, quello che gli altri sanno di me e quello che non sanno. Incrociando ascisse e ordinate, si ottengono diverse composizioni. Una di queste, che comprende ciò che gli altri sanno di te ma tu ignori, si chiama appunto la zona cieca.
E l’astrologia fa lo stesso: cosa sono gli assi ascendente-discendente e fondo cielo-medio cielo se non l’ascissa e l’ordinata del nostro vivere? Essi da soli rispondono alle 4 grandi domande del destino umano, in particolare l’ascendente dice come noi ci vediamo, il discendente come ci vede l’altro.
La zona cieca è il difficilissimo incontro fra cosa siamo nell’anima, e cosa siamo nel mondo.
Un altro elemento a cui mi sono dedicata è cercare di assegnare un segno ai protagonisti, soprattutto osservando le differenze con cui si cercano, con cui vivono, e soprattutto cui si lasciano: positivo e speranzoso quello di lei , che attende un figlio da un amore tanto bello quanto momentaneo, e quello di lui, annodato e logoro come la sua anima.
Ma anche nella innegabile verità del fatto che sono diversi , ma speculari, come i segno zodiacali opposti. In ciascuno c’è un colore di fondo dell’altro. La corazza dell’uno è la morbidezza dell’altro, la pesantezza dell’uno macigno sull’anima leggera del suo contraltare.
Per me, Lidia è innegabilmente del segno della vergine, chiusa nelle sue continue depressioni, cerebrale, si abbandona a fatica e rumina sulle sue azioni, pianifica in modo meticoloso la messa in scena del falso amico-veggente; e nota in modo maniacale la scarsa pulizia dell’abitazione di lui, il pesci Lorenzo, disgregante, folle, senza nulla di stabile nell’esistenza ma in contatto come tutti i nettuniani con altre dimensioni, nel suo caso quello dell’arte. Lui porta l’energia delle vibrazioni potenti nella vita di lei che si anima, si riscalda, e arriva a superare i suoi blocchi. Qualunque astrologo potrà confermare che pochi incontri sono catartici come vergine-pesci.
La domanda successiva che mi sono posta è stata, ovviamente, che cielo avesse l’autrice così da parlarne con lei, ed eccoci qui.
A.G. Chiara, nel suo tema mi hanno colpita due elementi: plutone in casa prima, che indica una potente capacità di scavo interiore, di sé e degli altri , rafforzata da sole in ottava, e nettuno in terza, elemento caratteristico di molti grandi scrittori, che rende capaci di narrare il disagio, le angosce, la follia, l’arte. Che ci vuole dire a riguardo?
C.G. Mi rimetto a lei…Io di astrologia in realtà non ne capisco niente: per Io Donna ricamo con citazioni letterarie l’oroscopo e quello che so dei segni mi limito a desumerlo dalle persone che incontro. Detto questo, senza dubbio mi appartiene sia lo scavo interiore, sia la necessità di raccontare il disagio, fosse solo perché io stessa possa trovare una possibilità di venirne a patti.
A.G. Marte e Venere in settima, ci dicono tanto amore per l’altro, ma anche tanta difficoltà di mostrarlo fino in fondo. Secondo lei è possibile lasciarsi conoscere interamente?
C.G C’è tanto amore e tanto, addirittura troppo bisogno d’amore dentro di me, è vero. Farsi conoscere interamente no, non credo sia possibile: perché, purtroppo e per fortuna, neanche per noi stessi è possibile conoscerci fino in fondo…
A.G. Luna e Saturno in undicesima, mi parla del desiderio di interagire con la società per il suo sviluppo, nell’ottica gramsciana di arte impegnata per migliorare il mondo. Ha già qualche progetto in embrione per il prossimo futuro?
C.G. Diciamo che per ora ho una figlia che sta per nascere…E lo farà fra pochi giorni, sotto il segno del sagittario di cui non so niente di niente. Per il resto, mi impegno quotidianamente con due associazioni, CasaOz e VolontariaMente: la prima ha a cuore i bambini che incontrano la malattia e festeggia la possibilità di un posto dove la loro identità non venga schiacciata interamente dal dolore con cui stanno lottando. VolontariaMente invece si occupa di riempire e nutrire il tempo di pazienti psichiatrici o di persone appena uscite da una struttura e che dopo avere fatto pace con se stessi, devono fare pace con tutto quello che li circonda.
A.G. Tutto quello che segna la sua abilità di guardare nel profondo, segna anche interesse e talento per le discipline cosiddette alternative. Che rapporto ha con l’astrologia?
C.G. Come ho detto, è un rapporto di sorridente curiosità.
A.G. Ha mai immaginato un segno zodiacale per Lidia e Lorenzo?
C.G. Sì. Toro per lei e Scorpione per lui…Che ne dice? ( in effetti, siamo d’accordo che li leghi una sensibilità acqua-terra, ma io ho pensato a segni più tormentati come avete letto)
A.G Un’ultima curiosità: giove in nona, studi e spiritualità, ma anche l’estero. Che rapporto ha con il “lontano”, le basta quello intellettuale o è anche curiosa di quello materiale?
C.G Viaggiare è, insieme a scrivere, il mio grande rimedio all’inquietudine di esistere. Quindi diciamo che sento vicino tutto quello che è lontano…